"Enoc camminò
con Dio; poi scomparve, perché Dio lo prese" (Genesi 5:24).
Molte sono le scuse e i ragionamenti che gli uomini dal cuore corrotto
usano spesso per giustificare la loro disubbidienza ai giusti e santi
comandamenti di Dio. Ma, forse, una delle obiezioni più comuni che essi
fanno è che i comandamenti del nostro Signore non sono praticabili,
perché contrari a carne e sangue; e perciò, Egli è visto come "un uomo
duro, che miete dove non ha seminato e raccoglie dove non ha sparso".
Vediamo che questi erano i sentimenti che erano nel servitore malvagio e
indolente menzionato nel capitolo 25 di Matteo; e sono senza dubbio gli
stessi che animano molti nella presente malvagia e adultera generazione.
Avendo previsto ciò, lo Spirito Santo ispirò gli uomini devoti del
passato a narrare esempi di molti uomini e donne sante che, anche sotto
la legge dell'Antico Testamento, portarono con gioia il giogo di Cristo,
e reputarono il servizio per Lui perfetta libertà. Il vasto elenco di
santi, credenti, e martiri, che si trova nell'undicesimo capitolo
dell'epistola agli Ebrei, evidenzia largamente la verità di questa
osservazione. Che gran numero di testimoni ci è posto davanti agli
occhi! Tutti noti per la loro fede, ma alcuni risplendono di una luce
maggiore di altri. Il proto-martire Abele capeggia l'elenco. E dopo di
lui troviamo menzionato Enoc, non solo perché seguiva al primo in ordine
di tempo, ma anche per la sua gran devozione; nelle parole del testo si
parla di lui in maniera davvero straordinaria. Abbiamo qui un breve ma
completo e glorioso resoconto, sia del suo comportamento in questo
mondo, che dell'entrata trionfante che fece in quello futuro. Il primo è
contenuto in queste parole: "Enoc camminò con Dio". Il secondo in
queste: "poi scomparve, perché Dio lo prese". Scomparve, cioè non fu più
trovato; non fu portato via nel modo ordinario, non vide la morte,
poiché Dio lo aveva portato via (cfr. Ebrei 11:5). Non ci è detto
chiaramente chi fosse questo Enoc. Suppongo, una persona come Noè, un
predicatore di giustizia. E, se facciamo riferimento a quanto scrive
l'apostolo Giuda, Enoc era un predicatore ardente. Infatti viene citata
una delle sue profezie, dove dice: "Ecco, il Signore è venuto con le sue
sante miriadi, per far giudizio contro tutti e per convincere tutti gli
empi di tutte le opere d'empietà che hanno commesso empiamente e di
tutte le parole offensive che gli empi peccatori hanno proferito contro
di lui" (Giuda 14-15). Ma che sia stata una persona di carattere
pubblico come Noè, o privato, una nobile testimonianza di lui è data
negli oracoli viventi. L'autore dell'epistola agli Ebrei dice che prima
che Enoc fosse trasportato in cielo, "ricevette la testimonianza che era
piaciuto a Dio"; e il suo trasferimento in cielo ne fu la conferma
inequivocabile. E vorrei osservare che fu meravigliosa saggezza da parte
di Dio l'aver trasferito Enoc e Elia sotto la legge dell'Antico
Testamento, cosicché in seguito quando sarebbe stato asserito che il
Signore Gesù sarebbe stato trasferito in cielo, non sarebbe sembrato
qualcosa di del tutto incredibile per gli Ebrei, dal momento che essi
stessi confessavano che due dei loro profeti erano stati trasferiti
diverse centinaia di anni prima. Ma non è mia intenzione trattenervi
ulteriormente facendo ipotesi o osservazioni sul piccolo ma completo
resoconto del carattere di Enoc; ciò di cui desidero discutere, con
l'aiuto del Signore, è un argomento serio e molto importante: CAMMINARE
CON DIO. "Enoc camminò con Dio". Se questo potrà essere detto di te e di
me dopo la nostra morte, non avremo motivo di lamentarci di aver vissuto
invano.
Nel presentare
questo argomento,
PRIMO, cercherò di spiegare il significato di queste parole: "camminare
con Dio".
SECONDO, darò delle indicazioni la cui osservanza aiuterà i credenti a
continuare e perseverare nel loro cammino con Dio.
TERZO, farò alcune considerazioni affinché, se non abbiamo mai camminato
con Dio prima, veniamo e camminiamo con Dio adesso.
Innanzi tutto,
cercherò di spiegare il significato delle parole: "camminare con Dio";
o, in altre parole, cosa significa CAMMINARE CON DIO.
1. Camminare con
Dio implica che la predominante forza di inimicizia del cuore dell'uomo
sia vinta dallo Spirito benedetto di Dio. Forse può sembrare un "parlare
duro" ad alcuni, ma la nostra esperienza ci prova ogni giorno quello che
la Scrittura asserisce in molti passi, che la mente carnale, la mente
dell'uomo naturale, inconvertito, o la mente dell'uomo rigenerato a
seconda di quanto di lui resta non rinnovato, è inimicizia, non soltanto
un nemico, ma l'inimicizia stessa, contro Dio; e dunque non è soggetta
alla legge di Dio, e neppure può esserlo (cfr. Romani 8:5-9; Giacomo
4:4; etc., ndt). Certo, ci si può meravigliare che una creatura,
specialmente l'uomo, che è fatto a immagine del proprio Creatore, abbia
una predominante inimicizia contro lo stesso Dio in cui egli "vive, si
muove, ed è". Ma, ahimè, è così. I nostri progenitori hanno contratto
quell'inimicizia mangiando il frutto proibito, e il contagio amaro e
maligno è disceso e si è ampiamente diffuso in tutta la loro posterità.
Questa inimicizia si rivelò per la prima volta quando Adamo cercò di
nascondersi da Dio negli alberi del giardino dell'Eden. Quando ebbe
sentito la voce del Signore Iddio, invece di correre a Lui con cuore
aperto dicendo: "Eccomi, sono qui", ora non voleva più comunione con
Dio; e quell'inimicizia si rivelò ancor più chiaramente quando in
seguito per scusarsi davanti all'Altissimo disse: "La donna che tu mi
hai messo accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato" (Genesi
3:12). Dicendo così, egli in effetti dà tutta la colpa a Dio; è come se
avesse detto: "Se Tu non mi avessi dato questa donna, non avrei peccato
contro di Te, perciò la colpa della mia trasgressione è Tua". Nello
stesso modo questa inimicizia opera nei cuori degli uomini, figli di
Adamo. Ogni tanto essi trovano qualche motivo per accusare Dio, e per
dirgli: "Che cosa fai?". Il suo comando è come quello degli Assiri verso
Acab: colpire solo il Re. E si accanisce contro ogni cosa che ha
l'aspetto della vera devozione, come gli Assiri colpirono Ieosafat nelle
sue vesti reali. Ma l'opposizione cessa quando si accorge che è solo
apparenza, come gli Assiri abbandonarono l'idea di colpire Ieosafat
quando si avvidero che l'uomo che stavano per colpire non era Acab.
Questa inimicizia si rivelò in Caino; egli odiò e uccise suo fratello
Abele, perché Abele amava il suo Dio, ed era da Lui particolarmente
favorito. E questa stessa inimicizia domina e prevale in ogni uomo in
quanto discendenza di Adamo. Da qui deriva l'avversione alla preghiera e
ai santi doveri, che troviamo nei bambini, e molto spesso negli adulti,
nonostante siano stati benedetti con una educazione religiosa. E tutto
quel peccare apertamente e l'empietà, che come un diluvio hanno inondato
il mondo, sono solo tanti fiumi che scorrono dall'acqua mortale e
contagiosa della stessa fontana; intendo l'inimicizia del cuore
disperatamente malvagio e ingannevole dell'uomo. Chi non riesce ad
accettare queste cose, non conosce ancora nulla, riguardo alla salvezza,
delle Sacre Scritture, o della potenza di Dio. E tutti coloro che
riconoscono queste cose, ammetteranno prontamente che prima che si possa
dire che una persona cammini con Dio, la potenza predominante di questa
inimicizia nel cuore deve essere distrutta; poiché due persone non
possono parlare e stare insieme in compagnia, se hanno una
inconciliabile inimicizia e odio l'uno contro l'altro. Dunque, la
potenza predominante di questa inimicizia deve essere portata via;
poiché la sua presenza dentro di noi non sarà mai rimossa del tutto,
fino al giorno in cui abbasseremo il capo e renderemo lo spirito.
L'apostolo Paolo dice di se stesso, quando non era più un Fariseo, ma un
vero Cristiano: "quando voglio fare il bene, il male si trova in me"
(Romani 7:21); cioè, non nel senso che il male abbia dominio su di lui,
ma che esso si oppone e resiste alle sue buone intenzioni e azioni,
cosicché egli non può fare le cose che vorrebbe, con la perfezione che
desidera l'uomo interiore. Questo è ciò che egli definisce "il peccato
che abita in me" (verso 20). Per usare le parole del nono articolo della
nostra chiesa, è per questo che alcuni esprimono la saggezza, altri la
sensualità, alcuni l'affettazione, altri il desiderio della carne, che
rimangono in coloro che sono rigenerati. Ma per quel che riguarda la sua
potenza predominante, essa è distrutta in ogni anima che è veramente
nata da Dio, e gradualmente si affievolisce sempre di più a mano a mano
che il credente cresce nella grazia, e lo Spirito di Dio prende sempre
di più posto nel suo cuore.
2. Camminare con
Dio non implica soltanto che la potenza predominante dell'inimicizia del
cuore dell'uomo sia portata via, ma anche che una persona è riconciliata
a Dio il Padre per e attraverso la giustizia e l'espiazione
perfettamente sufficienti del Suo caro Figlio Gesù. "Possono due
camminare insieme se prima non si sono messi d'accordo?" (Amos 3:3).
Gesù è la nostra pace e colui che ci dona la pace. Quando siamo
giustificati per la fede in Cristo, allora, e solo allora, abbiamo pace
con Dio; e di conseguenza non è possibile affermare di camminare con Lui
prima di allora, in quanto camminare con una persona è segno di un certo
grado di amicizia o comunione. Questo è il grande messaggio che i
ministri del Vangelo sono chiamati a proclamare. A noi è dato il
ministero della riconciliazione; come ambasciatori di Dio, dobbiamo
supplicare i peccatori, in nome di Cristo, di essere riconciliati con
Dio; e quando essi accettano il grazioso invito, e per fede sono
realmente riconciliati con Dio, allora, e non prima, si può ardire di
affermare che si è iniziato a camminare con Dio.
3. Inoltre,
camminare con Dio implica una determinata e costante presenza e
comunione con Dio, quello che nella Scrittura è chiamato "lo Spirito
Santo che abita in noi". Questo è ciò che il Signore ha promesso quando
ha detto ai Suoi discepoli che lo Spirito Santo sarà con loro per sempre
(cfr. Giovanni 14:16); non per essere come uomini erranti, come se fosse
solo per una notte, ma per risiedere e abitare nei loro cuori. Questo,
credo, è quello che l'apostolo Giovanni vuole farci capire quando dice
che i credenti devono dimorare in Cristo e camminare come camminò Lui
(cfr. 1 Giovanni 2:6). E questo in particolare è il significato del
nostro testo. "Enoc camminò con Dio", cioè, perseverò e mantenne un
cammino e una comunione santa, ferma, costante, anche se non
completamente ininterrotta con Dio, attraverso e in Cristo Gesù. Così,
riassumendo quanto detto fino ad ora, CAMMINARE CON DIO consiste
particolarmente nel piegare la propria volontà per Dio, in una costante
dipendenza sulla Sua potenza e promessa, in un'abituale e volontaria
dedicazione di tutto il nostro essere alla Sua gloria, tenendo sempre i
nostri occhi sui Suoi precetti in tutto quello che facciamo, e in
un'abituale compiacenza nella Sua gioia in tutto quello che siamo
chiamati a soffrire.
4. CAMMINARE CON
DIO implica che noi progrediamo e andiamo avanti nella vita divina. Il
termine "camminare" sembra presupporre un moto progressivo. Una persona
che cammina, anche se si muove lentamente, va avanti, non resta nello
stesso luogo. E così è con quelli che camminano con Dio. Essi vanno
avanti, come dice il Salmista, "di forza in forza"; o, per dirla con le
parole dell'apostolo Paolo, "di gloria in gloria, secondo l'azione del
Signore, che è lo Spirito" (2 Corinzi 3:18). Infatti, in un certo senso,
la vita divina non ammette né aumenti né diminuzioni. Quando un'anima è
nata da Dio, è in tutto e per tutto un figlio di Dio; e anche se vivesse
per un numero di anni pari a quelli di Methuselah, sarebbe lo stesso un
figlio di Dio come tutti gli altri. Ma in un altro senso, la vita divina
ammette decadimenti e aggiunte. È qui che il popolo di Dio è accusato di
cadere e di perdere il suo primo amore. Ed è qui che sentiamo parlare di
"bambini", "giovani", e "padri" in Cristo (cfr. 1 Giovanni 2:12-14). E
per questo motivo l'apostolo esorta Timoteo, "affinché il tuo progresso
sia manifesto a tutti" (1 Timoteo 4:15). E quello che qui viene chiesto
a Timoteo in particolare, viene chiesto da Pietro a tutti i Cristiani in
generale: "ma crescete nella grazia e nella conoscenza del nostro
Signore e Salvatore Gesù Cristo" (2 Pietro 3:18). Poiché la nuova
creatura deve crescere in statura spirituale; e sebbene una persona può
diventare una nuova creatura, ce ne sono alcune più conformi
all'immagine divina rispetto ad altri, e dopo la morte sarà loro dato un
grado maggiore di benedizione. Per non aver osservato questa
distinzione, anche alcune anime pie che hanno più cuore che testa, (come
pure gli uomini dalla mente corrotta, reprobi in quanto alla fede) sono
finiti senza accorgersene nelle dottrine Antinomiane, che negano tutta
la crescita della grazia nei credenti, e ogni segno di grazia posto
sulle Scritture della verità. Da tali princìpi, e specialmente dalle
pratiche che seguono dall'applicare tali principi, possa il Signore dei
signori liberarci!
Da quello che è
stato detto, possiamo ora comprendere cosa si intende con le parole
"camminare con Dio"; vale a dire, essere liberati dall'inimicizia
prevalente dei nostri cuori mediante la potenza dello Spirito di Dio;
essere realmente riconciliati e riuniti a Lui per la fede in Gesù
Cristo; avere e mantenere una costante comunione e cammino con Lui; e
progredire ogni giorno nella comunione con Lui, per essere conformati
all'immagine divina sempre di più.
Come avviene questo, o, in altre parole, in che modo i credenti possono
perseverare e continuare nel loro cammino con Dio, sarà ora considerato
nel secondo punto di cui parlerò.
1. I credenti
perseverano e continuano nel loro cammino con Dio leggendo la Sua Santa
Parola. "Investigate le Scritture", dice il nostro benedetto Signore,
"esse son quelle che rendono testimonianza di me" (Giovanni 5:39). E il
Salmista reale dice: "la tua Parola è una lampada al mio piede e una
luce sul mio sentiero (Salmi 119:105); e afferma che una caratteristica
degli uomini retti è: "il [suo] diletto è nella legge dell'Eterno, e
sulla sua legge medita giorno e notte" (Salmi 1:2). "Àpplicati alla
lettura", dice Paolo a Timoteo (cfr. 1 Timoteo 4:13). "Questo libro
della legge", disse Dio a Giosuè, "non si allontani mai dalla tua bocca,
ma meditalo, giorno e notte" (Giosuè 1:8). "Infatti tutte le cose che
furono scritte in passato furono scritte per nostro ammaestramento"
(Romani 15:4). E "ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare,
a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l'uomo di
Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona" (2 Timoteo
3:16-17). Se tralasciamo la nostra Bibbia e smettiamo di fare della
Parola di Dio la nostra sola regola per la fede e la pratica, presto
finiremo in ogni sorta di tentazioni, e saremo in grande pericolo di
fare naufragio in quanto alla fede e alla buona coscienza. Il nostro
benedetto Signore, nonostante avesse lo Spirito di Dio "senza misura",
faceva governare la Sua vita, e combatteva il diavolo, con: "È scritto".
Questo è quello che l'apostolo definisce "la spada dello Spirito".
Possiamo dire di essa, come Davide della spada di Golia, "Nessuna è pari
a questa". Le Scritture sono chiamate "gli oracoli viventi di Dio": non
solo perché sono solitamente usate per produrre in noi una nuova vita,
ma anche per preservarla e farla crescere nell'anima. L'apostolo Pietro,
nella sua seconda epistola, la preferisce anche a vedere Cristo
trasfigurato sul monte; infatti, dopo aver detto al capitolo 1:18: "Noi
udimmo questa voce recata dal cielo, quando eravamo con lui sul monte
santo", aggiunge: "Noi abbiamo anche la parola profetica più certa a cui
fate bene a porgere attenzione, come a una lampada che splende in un
luogo oscuro, finché spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei
vostri cuori" (verso 19); cioè, fino a quando non ci libereremo di
questi corpi e vedremo Gesù faccia a faccia. Fino ad allora dobbiamo
vedere e parlare con Lui attraverso lo specchio della Sua Parola.
Dobbiamo fare delle Sue testimonianze le nostre consolazioni, e ogni
giorno, come Maria, sedere ai piedi di Gesù e per fede ascoltare la Sua
Parola. Allora, per felice esperienza, scopriremo che sono spirito e
vita, vero cibo e vera bevanda, per le nostre anime.
2. I credenti
perseverano e continuano nel loro cammino con Dio mediante la preghiera
in segreto. Lo spirito di grazia è sempre accompagnato dallo spirito di
supplicazione. È il respiro stesso della nuova creatura, il soffio della
vita divina, dove per la scintilla del fuoco santo, acceso nell'anima da
Dio, non solo è preservato, ma viene alimentato fino a diventare una
fiamma. Trascurare la preghiera in segreto è sempre stato motivo
frequente di molte malattie spirituali, con conseguenze fatali. Origen
osservò: "il giorno in cui offrì incenso a un idolo, aveva lasciato la
sua stanza senza aver pregato in segreto". È una delle parti più nobili
dell'armatura spirituale del credente. "Pregate in ogni tempo", dice
l'apostolo, "per mezzo dello Spirito, con ogni preghiera e supplica"
(Efesini 6:18). "Vegliate e pregate", dice il nostro Signore, "affinché
non cadiate in tentazione" (Matteo 26:41). Disse così, affinché i Suoi
discepoli pregassero e non venissero meno. Non che il nostro Signore
voglia vederci sempre in ginocchio, o nella nostra stanzetta,
tralasciando qualunque altro dovere. Ma Egli intende che le nostre anime
dovrebbero essere mantenute in stato di preghiera, in modo da poter
dire, come disse un uomo pio in Scozia a un suo amico morente: "Se
queste tende, o questi muri, potessero parlare, ti direbbero che dolce
comunione ho avuto col mio Dio qui". Oh preghiera! Preghiera! Essa
innalza l'uomo verso Dio, e porta Dio all'uomo. Credente, se vuoi
continuare nel tuo cammino con Dio, prega, prega senza smettere. Passa
molto tempo in preghiera segreta e con gli altri credenti. E quando devi
tornare alle faccende quotidiane, pregate, e mandate, di tanto in tanto,
brevi lettere al cielo sulle ali della fede. Esse raggiungeranno il
cuore stesso di Dio, e torneranno a voi cariche di benedizioni
spirituali.
3. La santa e
frequente meditazione è un altro mezzo benedetto col quale il credente
può perseverare nel cammino con Dio. "La preghiera, la lettura, la
tentazione, e la meditazione", disse Lutero, "fanno un ministro". Ed
esse inoltre fanno e perfezionano il Cristiano. La meditazione, per
l'anima, è come la digestione per il corpo. Il devoto Davide lo aveva
capito, e perciò meditava in continuazione sulla Parola di Dio, anche
durante la notte. Leggiamo anche che Isacco era andato nella campagna a
meditare sul far della sera. La meditazione della Parola è come una
silenziosa preghiera, dove l'anima, come gli spiriti benedetti, riesce
come per un'immediata intuizione a contemplare il volto del nostro Padre
celeste. Solo quelle anime felici che sono abituate a quest'occupazione
divina possono dire che benedizione è per la crescita della vita divina
questa meditazione. "Mentre meditavo", dice Davide, "un fuoco si è
acceso" (Salmi 39:3). E mentre il credente medita sulle opere e la
Parola di Dio, specialmente sull'opera delle opere, la meraviglia delle
meraviglie, il mistero della pietà, Dio manifestato in carne (cfr. 1
Timoteo 3:16), l'Agnello di Dio ucciso per i peccati del mondo, egli
sente frequentemente il fuoco dell'amore divino accendersi, cosicché non
riesce a non parlare con la sua bocca, e a dire alla sua anima
dell'amore benevolo del Signore. Meditate in questo modo frequentemente,
dunque, tutti voi che desiderate perseverare e continuare a camminare
rettamente e vicini all'Iddio Altissimo.
4. I credenti
perseverano nel loro cammino con Dio osservando e notando le Sue
provvidenziali cure verso di loro. Se crediamo nelle Scritture, dobbiamo
credere in quello che il nostro Signore ha dichiarato: che perfino i
nostri capelli sono contati, e che neppure un passero cade al suolo
senza che il nostro Padre celeste lo sappia (cfr. Matteo 10:29-31). Ogni
croce ha in essa una chiamata, e ogni particolare decisione della
provvidenza divina ha qualche particolare scopo per rispondere a coloro
a cui è stata mandata. Se serve a castigare e riprendere, con essa Dio
dice: "Figlio mio, guardati dagli idoli" (cfr. 1 Giovanni 5:21); se a
far prosperare, come una voce dolce e sommessa dice: "Figlio mio, dammi
il tuo cuore" (Proverbi 23:26). Se, dunque, i credenti vogliono
perseverare nel loro cammino con Dio, devono di tanto in tanto ascoltare
quello che Dio ha da dire a loro riguardo, nella voce della Sua
provvidenza. Così vediamo che il servo di Abraamo, quando andò a cercare
una moglie per il suo signore Isacco, osservò la provvidenza di Dio, e
tramite essa trovò la persona che doveva essere moglie del suo signore.
Secondo il pio Bishop Hall: "un piccolo consiglio dalla provvidenza è
abbastanza per nutrire la fede". E io credo che parte della nostra gioia
in cielo sarà guardare indietro e vedere i vari anelli della catena
d'oro che ci hanno portato lì; perciò, coloro che gioiscono del cielo
qui in terra, credo che saranno i più precisi nel ricordare in cielo la
guida di Dio qui sulla terra.
5. Per camminare
unitamente a Dio, i Suoi figli devono non solo guardare l'opera della
provvidenza di Dio senza il loro intervento, ma anche l'opera dello
Spirito benedetto nei loro cuori. I figli di Dio sono guidati dallo
Spirito di Dio; essi si lasciano guidare dallo Spirito Santo come un
bambino piccolo dà la mano al genitore per essere guidato. Senza dubbio
in questo senso dobbiamo convertirci, e diventare come piccoli fanciulli
(cfr. Matteo 18:3). E sebbene pretendere di essere guidati dallo Spirito
senza la Parola scritta sia la quintessenza dell'entusiasmo, è sacro
dovere di ogni Cristiano essere guidato dallo Spirito insieme alla
Parola scritta di Dio. Guardate dunque, vi prego, o credenti, l'opera
dello Spirito benedetto di Dio nelle vostre anime, ma in quanto ai
suggerimenti e alle impressioni che potreste sentire nel cuore provatele
sempre mediante l'infallibile e santissima Parola di Dio; e se non sono
trovate in pieno accordo con essa, rigettatele come diaboliche e
illusorie. Osservando questo avvertimento, riuscirete a camminare
rettamente senza cadere in due pericolosi estremi in cui molti in questa
generazione sono in pericolo di finire: intendo, il mero entusiasmo da
una parte, e il deismo e la totale infedeltà dall'altra.
6. Coloro che
camminano con santità con Dio, devono camminare con Lui secondo le leggi
e i comandamenti da Lui stabiliti. Infatti è scritto che Zaccaria ed
Elisabetta "erano entrambi giusti davanti a Dio e osservavano in modo
irreprensibile tutti i comandamenti e i precetti del Signore" (Luca
1:6). E tutti i Cristiani che hanno conoscenza delle cose di Dio,
considereranno tali precetti non come miseri elementi, ma come canali
attraverso i quali l'infinitamente misericordioso Iddio largisce la Sua
grazia alle loro anime. Essi considereranno quei comandamenti come cibo
spirituale, come i loro più alti privilegi. E dunque saranno felici
quando sentiranno gli altri dire: "Venite, andiamo alla casa
dell'Eterno". Si rallegreranno nel visitare il luogo in cui abita la
gloria di Dio, e saranno ansiosi di fare uso di tutte le opportunità per
annunciare la morte del Signore Gesù Cristo finché Egli venga.
7. Se volete
camminare con Dio, sarete in comunione e in compagnia con coloro che
camminano con Lui. "Quanto ai santi che son sulla terra", dice Davide,
"essi sono la gente onorata in cui ripongo tutto il mio affetto" (Salmi
16:3). Essi erano ai suoi occhi gente santa e degna di onore. E i primi
Cristiani senza dubbio tennero ferma la loro forza e il loro primo amore
per il Signore, perseverando nella comunione fraterna. L'apostolo Paolo
sapeva bene queste cose, e perciò esorta i Cristiani a non abbandonare
"la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare" (Ebrei 10:25).
Poiché chi è solo come potrà scaldarsi? E non ha forse detto il più
saggio degli uomini queste parole: "il ferro forbisce il ferro; così un
uomo ne forbisce un altro" (Proverbi 27:17) ? Se guardiamo, dunque, alla
storia della chiesa, o facciamo una giusta osservazione dei nostri
tempi, credo che noteremo che dove la potenza di Dio prevale, le società
Cristiane e le riunioni di credenti prevalgono proporzionalmente. E dove
la prima scompare, l'altra diminuisce e scompare in quello stesso tempo.
Perciò è necessario che quelli che vogliono camminare con Dio, e
continuare nella vita della religione, si riuniscano insieme non appena
ne hanno l'opportunità, per incitarsi l'un l'altro all'amore e alle
buone opere.
Procederò ora a
parlare del terzo punto che mi ero proposto: fare alcune considerazioni
per spronare tutti a venire e camminare con Dio.
1. Camminare con
Dio è una cosa davvero gloriosa. Questo è un motivo che dovrebbe
spronare persone di ogni rango sociale verso un impegno di così grande
importanza. Oh che esso possa avere il dovuto peso e la dovuta influenza
in voi! Suppongo che tutti voi reputiate un grandissimo onore essere
ammessi nel consiglio privato di un principe qui in terra, e di essere
fatti partecipi dei suoi segreti, e di avere la sua attenzione in ogni
tempo e in ogni momento. Sembra che Haman la pensava in questa maniera,
quando in Ester 5:11 si vantò "di tutto quello che il re aveva fatto per
renderlo grande e di come l'aveva innalzato al di sopra dei prìncipi e
dei servitori del re"; e aggiunse: "Anche la regina Ester non ha fatto
venire assieme al re al banchetto che ha preparato nessun altro che me;
anche domani sono invitato da lei assieme al re" (versi 11 e 12). E
quando in seguito fu rivolta ad Haman la domanda: "Che cosa si deve fare
a un uomo che il re vuole onorare?" (Ester 6:6), egli rispose: "si
prenda la veste reale che il re ha indossato e il cavallo che il re ha
montato, e si metta sulla sua testa una corona reale. Si consegni la
veste e il cavallo a uno dei principi più nobili del re e si rivesta di
quella veste l'uomo che il re vuole onorare; quindi lo si conduca a
cavallo per le vie della città e si proclami davanti a lui: 'Così si fa
all'uomo che il re vuole onorare!'" (versi 8 e 9). A quanto pare,
dunque, questo era tutto quello che l'ambizioso Haman potesse chiedere,
e il bene più grande che Assuero, il più grande monarca della terra,
potesse concedere. Ma che cos'è questo onore in confronto a quello che
sperimenta anche il minore di quelli che camminano con Dio! Reputate voi
una piccola cosa avere il segreto del Signore dei signori con voi, ed
essere chiamati amici di Dio? E tale è l'onore che hanno tutti i santi
di Dio che sono sulla terra. Il segreto del Signore è con coloro che Lo
temono: "Io", dice il benedetto Signore Gesù, "non vi chiamo più servi,
perché il servo non sa ciò che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati
amici, perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udito dal Padre
mio" (Giovanni 15:15). Qualunque cosa possiate pensarne, il santo Davide
era tanto sensibile all'onore di camminare con Dio che dichiara: "Io
preferirei stare sulla soglia della casa del mio Dio, che abitare nelle
tende degli empi" (Salmi 84:10). Oh, che possiamo essere tutti di questo
stesso spirito!
2. Camminare con
Dio, oltre ad essere una cosa gloriosa, è anche una cosa piacevole. Il
più saggio degli uomini ci ha detto che le vie della saggezza "sono vie
dilettevoli e tutti i suoi sentieri sono pace" (Proverbi 3:17). E
ricordo il pio fratello Henry che, in punto di morte, disse a un amico:
"Hai ascoltato le ultime parole di molti uomini morenti, e queste sono
le mie: una vita passata in comunione con Dio è la gioia più grande che
esista al mondo". Non posso che confermare che questa affermazione è
verace. È vero, sono sotto il vessillo del signore Gesù solo da alcuni
anni, ma ho avuto più gioia in un solo momento di comunione col mio Dio,
di quanta ne avrei potuta avere in migliaia di anni da una vita di
peccato. Mi appello a voi tutti che temete Iddio e che camminate con
Lui: non è forse così? Un giorno nei cortili del Signore per voi non è
stato meglio di mille senza di Lui? Osservando i comandamenti di Dio,
non ne avete avuto un gran bene, e una gran ricompensa? La Sua Parola
non è stata più dolce del miele che stilla dai favi? O come vi siete
sentiti quando, come Giacobbe, avete lottato col vostro Dio? Gesù non vi
è venuto incontro mentre meditavate nei campi, facendosi riconoscere
nello spezzare il pane della Sua Parola? Lo Spirito Santo non ha
frequentemente e abbondantemente sparso nei vostri cuori l'amore di Dio,
riempiendovi di gioia indicibile, quella gioia che è piena di gloria? So
che risponderete a tutte queste domande affermativamente, e che
riconoscerete liberamente che il giogo di Cristo è dolce, e che il Suo
carico è leggero; e che il Suo servizio è perfetta libertà. E di quale
altro motivo abbiamo ancora bisogno per essere invogliati a camminare
con Dio?
Ma mi sembra di
sentire alcuni di voi dire: "Come possono avvenire queste cose? Se
camminare con Dio è, come dici, una cosa tanto gloriosa e piacevole,
perché i nomi di coloro che seguono questa via è rigettato come
malvagio, e se ne parla male ovunque? Perché costoro sono spesso
afflitti, tentati, bisognosi, e tormentati? È questa la gloria, è questo
il piacere di cui parli?". La mia risposta è si. Fermatevi un momento:
non siate frettolosi. Non giudicate secondo le apparenze, ma con giusto
giudizio, e tutto vi sarà chiaro. È vero, noi riconosciamo che quelli
che seguono "questa Via" - come voi, e prima di voi Paolo, quando era un
persecutore, la chiamava - sono additati come una setta di cui si è
solito sparlare con malvagità. Ma da parte di chi? Dagli nemici stessi
dell'Iddio altissimo. E reputate disgrazia che siano essi a parlarne
male? Benedetto sia Dio, poiché non abbiamo imparato così da Cristo. Il
nostro reale Maestro ha dichiarato: "Beati sarete voi, quando vi
insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi
ogni sorta di male per causa mia" (Matteo 5:11). Egli ci ha comandato:
"Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli;
poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi"
(verso 12). Egli stesso fu perseguitato in questa maniera. E può
esistere un onore più grande per una creatura, di essere conformato
all'eternamente benedetto Figlio di Dio? E inoltre, è anche vero che
coloro che seguono questa Via sono spesso afflitti, tentati, bisognosi,
e tormentati. E con questo? Ciò distrugge forse la gioia di camminare
con Dio? No, in alcun modo; poiché quelli che camminano con Dio ricevono
da Cristo la forza di gioire anche nella tribolazione, e di rallegrarsi
quando sono in molte tentazioni. E credo di potermi appellare
all'esperienza di tutti i veri credenti che camminano uniti a Dio, nel
chiedere se i loro periodi di sofferenza non sono stati spesso i momenti
più dolci, nei quali hanno sperimentato la presenza di Dio quando gli
altri uomini li rigettavano e li disprezzavano? Questa era la condizione
dei primi servitori di Cristo quando, perseguitati dai sinedri ebraici,
furono intimati di non predicare più nel nome di Gesù; essi si
rallegrarono di essere stati reputati da Dio degni di soffrire per la
causa di Cristo. Paolo e Sila cantarono inni anche quando furono chiusi
in prigione; e il volto di Stefano, quel glorioso proto-martire della
chiesa Cristiana, risplendé come il volto di un angelo. E Gesù oggi è lo
stesso di allora, e si prende cura dei Suoi amati per lenire le loro
sofferenze e afflizioni con il Suo amore, affinché i Suoi discepoli di
oggi possano sapere, per felice esperienza, che dove l'afflizione
abbonda, le consolazioni sovrabbondano. E perciò quelle obiezioni,
anziché distruggere, possono soltanto rafforzare i motivi prima
elencati, per incitarvi a camminare con Dio.
Ma pur supponendo
che le obiezioni fossero giuste, e che quelli che camminano con Dio
siano persone spregevoli e infelici come voi le rappresentate, ecco un
terzo motivo che, se pesato nella bilancia del santuario, supererà
abbondantemente il peso di tutte quelle obiezioni. E cioè, che al
termine di quel sentiero, c'è il cielo. Poiché, per usare le parole del
pio Beveridge, servo di Dio, "Anche se la via è angusta, non è lunga; e
anche se la porta è stretta, essa conduce alla vita eterna". Enoc
l'aveva scoperto. Camminò con Dio sulla terra, e Dio lo prese per sedere
con lui in eterno nel Regno dei cieli. Questo non significa che dobbiamo
aspettarci di essere portati via nel modo in cui lui fu portato via da
Dio: no, suppongo che morremo nello stesso modo in cui muoiono tutti gli
uomini. Ma dopo la morte, gli spiriti di coloro che hanno camminato con
Dio, ritorneranno a Dio, che li ha dati; e nel mattino della
risurrezione, anima e corpo saranno per sempre con il Signore; i loro
corpi somiglieranno al corpo glorioso di Cristo, e le loro anime saranno
ripiene di tutta la pienezza di Dio. Siederanno su troni; giudicheranno
gli angeli (cfr. 1 Corinzi 6:3; Apocalisse 3:21). Porteranno per grazia
un peso eterno di gloria, quella gloria che Gesù Cristo aveva presso il
Padre prima che il mondo fosse creato. L'erudito e pio Arndt disse: "O
gloriam quantam et qualem", proprio prima di abbassare il capo e rendere
lo spirito. Ne basta il solo pensiero per farci desiderare di "saltare i
nostri settant'anni", come disse Watts, e farci dire ardentemente col
Salmista reale: "L'anima mia è assetata di Dio, del Dio vivente. Quando
verrò e comparirò davanti a Dio?" (Salmi 42:2). Non mi meraviglio che
sotto una particolare influenza della presenza e dell'amore di Dio, a
questo pensiero alcune persone vengano meno. Per una gloria inferiore a
questa, per la vista della gloria terrena di Salomone, la regina di Seba
rimase senza fiato; e per una gloria ancora più piccola, la vista i
carri di Giuseppe, lo spirito del santo Giacobbe fu profondamente
scosso. Quando fu concesso a Daniele di contemplare da lontano questa
gloria eccelsa, egli cadde come morto ai piedi dell'angelo. E se uno
sguardo da lontano di quella gloria è così eccelso, cosa deve essere
possederla! Se le primizie sono così gloriose, quanto infinitamente più
glorioso sarà il raccolto!
E ora, cosa dirò, o
meglio, cosa posso dire di più per invogliare voi, anche voi che siete
ancora stranieri a Cristo, a venire e camminare con Dio? Se desiderate
l'onore, la gioia, e una corona di gloria, venite, cercate nell'unico
luogo in cui sia possibile trovarle. Venite, seguite il Signore Gesù.
Venite, correte via e camminate con Dio, e non accumulate più beni per
la carne, per compiacerne i desideri. Fermati, fermati, o peccatore!
Voltati, voltati, o inconvertito, poiché la fine della via per la quale
stai camminando, sebbene ti possa sembrare diritta, mena alla morte, la
distruzione eterna del corpo e dell'anima. Non tardare più, ti dico: a
tuo rischio ti dico di non fare più un altro passo nella via che stai
seguendo. Poiché non sai, o uomo, che il prossimo passo potrebbe
portarti all'inferno? La morte può coglierti, il giudizio trovarti, e
allora grande abisso sarà posto tra te e la gloria eterna, per sempre.
Oh, pensate a questo, voi tutti che siete restii a camminare con Dio.
Posatele sul cuore. Siate uomini e donne saldi, e per la forza di Gesù
dite: "Basta, desideri della carne, non camminerò più con voi! Addio,
concupiscenza degli occhi, e orgoglio della vita! Addio, amicizie
mondane e nemici della croce, non camminerò più con voi, e non sarò più
vostro intimo! Eccomi, Gesù, benvenuta è la Tua Parola, benvenuti i Tuoi
precetti, benvenuto il Tuo Spirito, benvenuto il Tuo popolo, da ora in
poi camminerò con voi". Oh, che possa essere questo il vostro pensiero!
Dio porrà su di esso il Suo eterno sigillo, lo sigillerà con il Suo
santo Spirito. Si, Egli lo farà, anche se fin dalla vostra nascita avete
camminato seguendo i mezzi e i desideri dei vostri cuori disperatamente
malvagi. "Infatti così parla Colui che è l'Alto, l'eccelso, che abita
l'eternità, e che si chiama il Santo: 'Io dimoro nel luogo eccelso e
santo, ma sto vicino a chi è oppresso e umile di spirito, per ravvivare
lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore degli oppressi'" (Isaia
57:15). Il prezioso sangue di Gesù Cristo, se vai al Padre in Lui e
attraverso di Lui, ti purificherà da ogni peccato.
Ma il testo mi
porta a parlare tanto a voi che siete santi, che a voi che siete
peccatori ostinati e inconvertiti. Non c'è bisogno che vi dica che
camminare con Dio non è solo glorioso, ma anche fonte di gioia di bene
per la nostra vita; poiché lo sapete per felice esperienza, e lo saprete
ogni giorno di più. Permettetemi solo di spronare i vostri cuori
purificati, ricordandovi, e supplicandovi per le misericordie di Dio in
Cristo Gesù, di badare a voi stessi, e di camminare più vicini al vostro
Dio di quanto avete fatto nei giorni passati: poiché più camminate uniti
a Dio, più godrete di Colui la cui presenza è vita, e più sarete pronti
per stare alla Sua destra, dove c'è gioia per l'eternità. Oh, non
seguite Gesù da lontano! Oh, non siate così formali, così sterili e
stolti nel seguire i santi precetti del Signore! Non trascurate a vostra
vergogna e danno, di riunirvi assieme agli altri credenti, e non siate
così avari e indifferenti riguardo alle cose di Dio. Ricordate quello
che Gesù dice alla chiesa di Laodicea: "Perché sei tiepido e non sei né
freddo né fervente io ti vomiterò dalla mia bocca" (Apocalisse 3:16).
Pensate all'amore di Gesù, e lasciate che quell'amore vi attiri a Lui; e
se non morite per Lui, e non Lo rinnegate, non teneteLo neppure a
distanza.
Una parola ai miei
fratelli nel ministero che sono qui presenti, e ho finito. Vedete,
fratelli miei, il mio cuore è pieno; potrei quasi dire che è troppo
grande per parlare, eppure troppo grande per tacere senza dire una
parola per voi. Poiché il testo parla in modo particolare a coloro che
hanno l'onore di essere designati come ambasciatori di Cristo, e
amministratori dei misteri di Dio. Ho osservato al principio di questo
discorso, che Enoc con ogni probabilità era una persona di carattere
pubblico, e un ardente predicatore. Sebbene egli sia morto, non ci parla
forse ancora, per ravvivare il nostro zelo, e renderci più attivi nel
servizio del nostro glorioso ed eternamente benedetto Signore? Come
predicò Enoc! Come camminò con Dio Enoch, sebbene vivesse in una
generazione perversa e adultera! Come lui, dunque, seguiamo Gesù Cristo,
e tra un po' dove è lui saremo anche noi. Egli non è entrato nel suo
riposo: ma ancora un po' e noi entreremo nel nostro, e molto prima di
quanto lui ha atteso. Egli visse qui giù trecento anni; ma sia benedetto
Dio, poiché i giorni degli uomini ora sono abbreviati, e in breve tempo
il nostro pellegrinaggio terminerà. Il Giudice è alla porta: "Colui che
deve venire verrà, e non tarderà" (Ebrei 10:37): la Sua ricompensa è con
Lui. E noi tutti, se saremo stati zelanti per l'Eterno degli eserciti,
brilleremo come le stelle del firmamento, nel Regno del nostro Padre
celeste, per l'eternità. A Lui, il benedetto Gesù, e lo Spirito eterno,
sia tutto l'onore e la gloria, ora e per tutta l'eternità. Amen, e amen.
George Whitefield
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