IL VERO DISCEPOLO
Atti 11:26 E' a Antiochia che i discepoli furono chiamati per la prima
volta "cristiani". E' stata una buona cosa, perché questo ci ha permesso
di conservare tutto il significaro dell'espressione "discepolo" che non
è così caduta in disuso come la parola "cristiano".
I filosofi dell'antichità usavano il termine "discepolo" per indicare
gli alunni attaccati a un maestro che insegnava loro quanto faceva parte
del campo della conoscenza. Questi discepoli l'ascoltavano, ritenevano
le sue riflessioni, vivevano anche con lui, a casa sua. Erano legati al
maestro da un legame intellettuale, talvolta sentimentale. Finivano con
fare proprio il pensiero del maestro, a comprenderne tutti i dettagli, a
essere capaci di esprimersi come lui, e talvolta anche di rimpiazzarlo.
Erano il riflesso del loro maestro. Sul piano umano si tratta di una
cosa vana. Anzo non è per niente raccomandabile di attaccarsi a un uomo.
Ma sul piano spirituale, nella vita con Dio, possiamo liberamente
raccomandare di legarsi al Signore.
Se il termine discepolo caratterizza il legame stabilito tra Gesù e
coloro che Lo seguono, esso traduce perfettamente ciò che sono i
discepoli per Gesù. Sono coloro che devono riflettere il Maestro. Nella
Scrittura vediamo che il discepolo deve presentare con il Maestro una
PERFETTA IDENTITA', una PERFETTA RASSOMIGLIANZA. Nè più, nè meno, ma
esattamente. Non avranno con Lui un legame intellettuale, ma il vero
legame, il legame della perfezione, l'amore. E' l'amore che li attirerà
al Maestro e li unirà completamente a Lui.
CONDIZIONI PER ESSERE UN DISCEPOLO
SEGUIRE IL MAESTRO
Luca 14:27 Chi rifiuta di portare la mia croce e non mi segue, non può
essere mio discepolo". Il discepolo SEGUE il Maestro. Ai tempi di Gesù,
i nostri fratelli che ci hanno preceduti hanno potuto seguire il Maestro
fisicamente. Noi non L'abbiamo visto fisicamente, pur tuttavia noi
dobbiamo seguirLo, cioè passare dappaertutto dove è passato Lui,
camminare sulle Sue traccie.
Giov. 12:26. Se qualcuno mi serve mi segua; e la dove son io vi sarà
anche il mio servitore. Gesù era nel seno del Padre, nella gloria di
Dio, anche il discepolo vi sarà. Ma il discepolo deve essere con Gesù
anche nel mondo. Per compiere il nostro servizio quaggiù dobbiamo anche
noi passare dove Gesù è passato.
SUBIRE CIÒ CHE GESÙ HA SUBITO
Gli avvenimenti che hanno toccato il Maestro toccheranno anche il
discepolo; avvenimenti gioiosi o tristi, il più delle volte infelici e
penosi. "Il discepolo non è più del Maestro. Ma ogni discepolo compiuto
sarà come ils suo Maestro (Luca 6:40). "Beati quando vi odieranno e
sarete cacciati via, oltraggiati e rigettati a causa del Figliuol
dell'uomo" (Luca 6:22). "Se il mondo vi odia, sappiate che ha odiato
prima me" (Giov. 15:18). I discepoli devono subire gli oltraggi,
l'ostilità del mondo, come il loro Maestro.
FARE CIÒ CHE HA FATTO IL MAESTRO
Giov. 13:14-15. Non si tratta certamente dell'atto vero e proprio del
lavare i piedi gli uni gli altri, anche se quest'atto caratterizza
l'umiltà, stabilisce in modo visibile che non ci consideriamo superiori
agli altri. L'insegnamento è molto più ampio.
Ciò che vi ho fatto, lo farete agli altri : Il Signore stabilisce in
modo generale il principio della similitudine, dell'identificazione del
discepolo con il Maestro. CIO' CHE EGLI HA FATTO IL DESCEPOLO DEVE FARE.
Giov. 14:12. Le opere di Cristo. Basta leggere l'Evangelo. La
predicazione unita ai miracoli, guarigioni, liberazioni, raddrizzamenti,
consigli, l'azione sulla folla. Queste opere stabilivano la sua
Messianità. E sono queste opere che il discepolo deve fare.
CON L'AUTORITÀ DEL MAESTRO
Se il Signore dà la missione, dà al tempo stesso l'autorità e la potenza
(Mr. 13:34; Mt. 25:14)
TRASFORMATI A SUA IMMAGGINE
Altri testi ci mostrano che dobbiamo essere COME Lui. (Giov. 17:
16,18,23). E' una perfetta identità. Il legame perfetto che unisce Gesù
al Padre è lostesso che viene invocato in questa preghiera per essere
quello che unisce il Maestro ai Suoi discepoli. La missione che il Padre
ha dato al Figlio è la stessa che il Maestro dà ai Suoi discepoli.
Devono quindi seguire un identico cammino.
LA STRADA DA SEGUIRE
Visti
sotto quest'aspetto, gli evangeli cambiano d'aspetto e acquistano un
insegnamento realista, pieno di forza. Non sono più il racconto del
passato, quantunque possa essere utile alla mia conoscenza poiché è
necessario che io sappia ciò che il mio Maestro ha fatto, ciò che ha
detto, come è morto per togliere i peccati del mondo.
Ma se quando leggo io mi dico: si tratta della mia strada che si apre e
questa strada mi mostra cosa incontrerò, ciò che devo fare, come mi devo
comportare, allora l'evangelo prende una nuova dimensione. Non ho più
voglia di discutere i termini nè di fare un esame razionale delle cose
che vi scoprirò.
Voglio avanzare in questa strada, poiché mi identifico perfettamente al
mio Maestro. Vedo come l'ostilità del mondo si manifesterà contro di me,
come la'utorità che è in me agirà, costaterò che non è una mia qualità.
Vedrò delle cose meravigliose, delle cose straordinarie, comprenderò che
si tratta dell'azione dello Spirito Santo, che sono il tempio dello
Spirito Santo, per avanzare in questo mondo, per aprire una breccia, per
portare l'acqua e il sangue, la vita e lo Spirito.
All'improvviso tutte le esitazioni spariranno. Se avessimo guardato
subito all'Evangelo come la strada che il Signore vuole che seguiamo non
avremmo mai discusso. Avremmo detto: ecco ciò che farò, ecco ciò che
salirà al mio cuore, ecco ciò che devo respingere. Ecco le opere
meravigliose che si compiranno per la sola grazia di Dio. Gli evangeli
sono la strada in cui il Signore vuole che viviamo.
Pensate a essere il riflesso di Dio, come un vero discepolo. Pensate a
voi per dare al Maestro l'amore che si aspetta da voi. La starda che
Cristo ha percorso, tutto ciò che ha vissuto, tutto ciò era scritto
nella giustizia e tutto doveva avverarsi innazitutto per Lui, su di Lui,
ma anche per noi, per poter seguire le sue traccie.
Vedrete come le discussioni saranno messe da parte poiché quello che
veramente conta è la vostra identificazione con Cristo. Forse il nemico
vi sta suggerendo che si tratta di qualcosa di troppo grande per voi.
Non dimenticate che la speranza è una virtù precisa dell'Evangelo. Quale
speranza abbiamo ? E' la speranza che hanno coloro che saranno dei
vincitori, che saranno cioè dei discepoli compiuti. Si tratta della
speranza di regnare con Cristo, di sedersi sul suo trono, di pascere le
nazioni con una verga di ferro, di giudicare anche gli angeli, di
entrare nella gloria del Signore, per essere simili a Lui, e di
conoscerLo come Egli è. E' il massimo di quanto potessimo aspettarci.
Dio ci offre un dono al suo livello per farci conoscere l'unità perfetta
con Lui nella Sua gloria. E' il piano di Dio e non abbiamo il diritto di
rimpicciolirlo. Lo stesso avviene con la nostra vita di discepoli. Ogni
pensiero che tenderebbe a rimpicciolirne la dimensione è un pensiero
opposto allo Spirito Santo.
Dobbiamo dunque accettare questa conformità del discepolo al Suo
Maestro. Accettiamo la nostra vocazione che è di fare ciò che il Maestro
ha fatto, in piena possessione dello Spirito di Dio, nella Sua sagezza,
la Sua potenza, il Suo Amore, come portatori del Signore Gesù
moltiplicato in ciascuno dei Suoi discepoli. La strada è aperta, la
strada è sicura, la strada è unica.
È il
piano di Dio per noi.
Vincenzo Salvato
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