"Con la
vostra perseveranza guadagnerete le anime vostre" (Luca 21:19).
Una terribile
paura ossessiona la mente di molti di coloro che vengono a Cristo:
temono di non riuscire a perseverare sino alla fine. Ho sentito qualcuno
affermare: "Se affidassi la mia anima a Gesù e se poi per qualche motivo
ritornassi nella perdizione? Prima d'ora ho avuto dei buoni sentimenti,
ma col tempo sono spariti. La mia bontà è stata come la nuvola
mattutina, come la rugiada. È scesa all'improvviso, prometteva bene, ma
è durata per un po' di tempo e poi è svanita".
Caro lettore,
credo che spesso sia proprio questa paura a generare in te ciò che temi.
Alcuni che hanno avuto paura di non saper confidare in Cristo per questa
vita e per l'eternità, alla fine sono caduti perché la loro fede era
temporanea e non è mai giunta a salvarli pienamente. Hanno iniziato
confidando in Gesù in una certa misura, ma hanno continuato guardando a
sé stessi per trovare la perseveranza nel cammino verso il cielo. Hanno
iniziato nel modo sbagliato e di conseguenza sono tornati indietro in
breve tempo. Se per andare avanti confidiamo in noi stessi non ce la
faremo mai. Se ci affidiamo a Gesù per alcuni aspetti della nostra
salvezza, contando su noi stessi per la parte restante, verremo meno
strada facendo. Nessuna catena è più forte del suo anello più debole: se
Gesù è la nostra unica speranza, con l'esclusione però di un unico
aspetto, di certo verremo meno, perché falliremo proprio in quel punto.
Fa' attenzione a non mescolare neppure una briciola del tuo io con il
cemento che usi per costruire il tuo edificio spirituale, altrimenti
esso non terrà uniti i mattoni. Se guardi a Cristo per iniziare il
cammino, studiati di guardare a Lui fino alla fine. Egli è l'Alfa. Sta a
te fare di Lui anche il tuo Omega. Se hai iniziato per lo Spirito non
puoi sperare di concludere per la carne. Inizia nel modo in cui intendi
continuare e continua come hai iniziato; lascia che il Signore sia tutto
per te. Che lo Spirito Santo chiarisca da dove deve provenire la forza
attraverso la quale saremo preservanti fino al giorno dell'apparizione
del nostro Signore!
Ecco cosa disse
Paolo a questo proposito scrivendo ai Corinzi: "Egli vi renderà saldi
fino alla fine, perché siate saldi, irreprensibili nel giorno del
Signore nostro Gesù Cristo. Fedele è Dio che vi ha chiamati alla
comunione con il Figlio Suo Gesù Cristo" (1 Corinzi 1:8,9).
Queste parole, implicitamente, ammettono l'esistenza di un grande
bisogno, spiegandoci al tempo stesso come ad esso venga provveduto.
Questo è il
grande bisogno dei credenti.
L'apostolo
Paolo, scrivendo ai fedeli di Corinto, poteva affermare: "Io rendo del
continuo grazie al Dio mio per voi per la grazia di Dio che vi è stata
data in Cristo Gesù" (1 Corinzi 1:4). Queste persone sono quelle che
avvertono giorno dopo giorno il bisogno di una nuova effusione di grazia
per andare avanti e risultare alla fine vincitori. Se voi non foste
santi non avreste la grazia e non avvertireste il bisogno di ottenere
maggior grazia: ma poiché siete uomini di Dio avvertite le esigenze
quotidiane della natura spirituale.
Le statue di
marmo non hanno bisogno di cibo, ma la persona che vive conosce la fame
e la sete e gioisce nel disporre del cibo e delle bevande. I bisogni
personali del credente lo spingono ad attingere quotidianamente alla
grande fonte di ogni bene: cosa farebbe se non potesse rivolgersi al
proprio Dio?
Questo vale
anche per i credenti più maturi.
I credenti di
Corinto che erano stati favoriti con ogni sorta di doni spirituali,
avevano bisogno di essere confermati sino alla fine, diversamente tutti
i loro beni e i "successi" che potevano vantare sarebbero andati
perduti. Se parlassimo le lingue degli angeli e degli uomini e non
ricevessimo quotidianamente nuova grazia, dove finiremmo? Anche se
avessimo tutta l'esperienza e potessimo conoscere tutti i misteri di
Dio, non potremmo vivere un solo giorno privi della linfa divina che
procede dall'Alto. Come potremmo sperare di andare avanti per una sola
ora, per non parlare di tutta la vita, se il Signore non ci conducesse
per mano? Colui che ha iniziato un'opera buona in noi deve poterla
portare a compimento sino al giorno di Cristo Gesù, altrimenti sarà un
terribile fallimento, anche per i credenti più maturi.
Questa
grande necessità affonda le sue radici in noi stessi.
In alcuni c'è un grande timore di non riuscire a perseverare nella
grazia perché conoscono la propria incostanza. Alcune persone sono
instabili per natura. Alcuni si rivelano tenaci, per non dire ostinati,
ma altri sono titubanti e incostanti. Come farfalle svolazzano di fiore
in fiore, fin quando hanno visitato tutte le bellezze del giardino,
senza essersi fermati su nessuna di esse. Non rimangono mai abbastanza a
lungo in un posto per fare qualcosa di buono. Tali persone temono che
mantenere dieci, venti, trenta, quaranta o forse cinquant'anni di
continua vigilanza spirituale sia un'impresa troppo ardua. Vediamo
persone che si aggregano ora ad una chiesa, poi ad un'altra, quindi ad
un'altra ancora, fino a perdere l'orientamento. Per un po' di tempo
sembrano all'altezza di qualsiasi impresa, ma a lungo andare si rivelano
del tutto inconsistenti. Queste persone hanno doppiamente bisogno di
pregare sia per essere confermate dall'alto, sia per diventare stabili,
altrimenti non saranno mai trovati "...sempre abbondanti nell'opera del
Signore..." (1 Corinzi 15:58).
Noi tutti, pur
non avendo alcuna costituzionale tendenza all'incostanza, se siamo
veramente animati dallo Spirito di Dio dobbiamo essere consapevoli della
nostra debolezza. Non trovi forse, che in un solo giorno ci siano
abbastanza occasioni per farti cadere? Tu che desideri camminare in
perfetta santità, tu che hai un alto concetto di ciò che un cristiano
dovrebbe essere, non trovi che prima ancora di aver terminato la
colazione hai già mostrato tanta follia da farti vergognare di te
stesso? Anche se dovessimo rinchiuderci nella cella solitaria di un
eremo, la tentazione ci seguirebbe: perché fin quando non saremo
liberati dalla nostra natura peccaminosa, non riusciremo a sfuggire alle
tentazioni del peccato. È questa realtà che ci dovrebbe rendere attenti
e umili davanti a Dio. Se Egli non ci conferma, saremo così deboli da
inciampare e cadere; non sopraffatti da un nemico, ma dalla nostra
stessa leggerezza. Signore, sii Tu la nostra forza. Noi siamo la
debolezza personificata.
La
stanchezza del lungo cammino.
Questo può
essere un altro motivo che suscita il timore di non farcela. Quando
iniziamo il corso della nostra vita cristiana saliamo in alto come
aquile; poi corriamo liberamente e nella nostra maturità camminiamo
senza affaticarci. Il nostro passo sembra essere diventato più lento, ma
è più fermo e sostenuto. Prego Dio che l'energia della nostra giovinezza
spirituale possa continuare ad accompagnarci sempre, purché sia
l'energia dello Spirito Santo e non una mera espressione dell'orgogliosa
natura umana. Chi è da tempo sulla strada che porta al cielo, scopre la
ragione per cui il Signore l'ha munito di "calzari" robusti, visto che
il cammino è spesso così duro. Ha scoperto le montagne della difficoltà
e le valli dell'umiliazione, c'è anche la valle dell'ombra della morte e
tutte queste tappe vanno superate una dopo l'altra. Se ci sono montagne
dilettevoli (e grazie a Dio ci sono), vi sono anche castelli della
disperazione, che molti pellegrini hanno visitato. Considerato tutto
ciò, si ammetterà che coloro che perseverano fino alla fine nel cammino
della santità sono persone delle quali ci si può meravigliare.
I giorni della
vita cristiana sono come tanti diamanti di misericordia incastonati nel
diadema d'oro della fedeltà divina. In cielo racconteremo ad angeli e
potestà spirituali le insondabili ricchezze di Cristo riversate su di
noi. Sorprenderà l'universo vederci varcare le porte celesti,
irreprensibili nel giorno del nostro Signore Gesù Cristo. Dovremmo
essere ripieni di riconoscente meraviglia se fossimo preservati dalla
grazia divina anche solo per un'ora ma credo che lo saremo certamente
fino alla fine.
Dobbiamo considerare il luogo in cui viviamo
Il mondo è un
deserto terribile per molti membri del popolo di Dio. Alcuni di noi sono
stati particolarmente privilegiati dalla provvidenza del Signore, ma per
altri non è così. Noi iniziamo la nostra giornata con la preghiera e
sentiamo risuonare inni sacri nelle nostre case, ma molte buone persone
si sono alzate raramente dalle loro ginocchia senza essere salutate da
qualcosa di blasfemo. Vanno al lavoro e per tutto il giorno sono
tormentate da conversazioni impure come il giusto Lot a Sodoma. Puoi
camminare per strada senza che le tue orecchie siano infastidite da
espressioni sconvenienti? Il mondo non è amico della grazia. La cosa
migliore che possiamo fare in questo mondo è attraversarlo il più
velocemente possibile, poiché dimoriamo in un paese inospitale in ogni
cespuglio è in agguato un ladrone. È opportuno, quindi, viaggiare con la
spada dello Spirito (la Parola di Dio) in mano, vegliando sempre nella
preghiera, poiché dobbiamo conquistare ogni centimetro di terreno. Non
ti ingannare a questo proposito oppure sarai ben presto scosso dalla
delusione. O Dio aiutaci e confermaci fino alla fine, altrimenti dove
finiremo?
Il vero
cristianesimo ha un inizio soprannaturale, continua in modo
soprannaturale e termina in modo soprannaturale. È l'opera di Dio
dall'inizio alla fine. C'è ancora un grande bisogno che la mano di Dio
rimanga stesa: tu avverti questa necessità e ne sono felice; guarda al
Signore che è l'Unico in grado di preservarci dalle cadute e di
glorificarci insieme al Suo Figliuolo.
LA CONFERMA
DIVINA
Paolo si
aspettava una garanzia di salvezza per tutti i credenti. Questo è il
tipo di conferma che deve essere desiderata più di ogni altra cosa. Essa
presuppone che le persone siano giuste e si propone di confermarle nella
loro vita di giustizia. Sarebbe una cosa orribile confermare un uomo nel
suo cammino di peccato. Pensa ad un bugiardo, ad un ladro o ad un
ubriacone confermati nella loro condotta dissoluta. Sarebbe deplorevole
per un uomo essere rafforzato nella propria incredulità e malvagità. La
conferma divina può essere gustata soltanto da coloro ai quali la grazia
di Dio è già stata manifestata. È l'opera dello Spirito Santo: Egli
infonde la fede, la fortifica e la rende stabile; accende l'amore in
noi, lo preserva e lo alimenta. Quanto ci comunicò con i Suoi primi
insegnamenti, lo Spirito Santo ce lo fa comprendere con maggiore
chiarezza e certezza, per mezzo di ulteriori ammaestramenti. Azioni
sante sono confermate fin quando diventano buone consuetudini e i
sentimenti santi sono confermati fino a diventare delle condizioni
costanti. Le nostre gioie come i nostri dolori, i successi come i
fallimenti, vengono santificati per lo stesso fine, al pari di un albero
che viene aiutato a radicarsi dalle dolci piogge e dai forti venti. La
mente è ammaestrata e, aumentando la propria conoscenza apprende i
motivi per i quali perseverare nel buon cammino; il cuore viene
confortato, così si aggrappa maggiormente alla verità che consola. La
presa diventa più stretta, il passo più fermo e la persona stessa
diviene più salda e coerente nella fede.
Non si tratta
di semplice crescita nelle vie del Signore, ma di un'opera dello Spirito
Santo distinta dalla conversione. Il Signore la realizzerà sicuramente
in coloro che confidano in Lui in vista della vita eterna. Attraverso la
Sua opera, il Signore concede al credente consacrato di non essere
"instabile come l'acqua", ma radicato nella fede come un albero
secolare. Tutto ciò fa parte di uno degli aspetti della salvezza: essere
edificati in Cristo Gesù e dimorare in Lui. Caro lettore, cerca
quotidianamente questa conferma divina e non rimarrai deluso. Colui nel
Quale confidi ti farà divenire come un albero piantato presso i rivi
d'acqua, cosicché neppure una foglia appassirà.
La chiesa del Signore non può che ricevere benedizione da un simile
cristiano confermato nella fede. È una consolazione per l'afflitto e un
aiuto per il debole. Non vorresti esser così? I credenti confermati e
saldi nella fede sono autentiche colonne nella casa del nostro Dio. Non
vengono portati via da ogni vento di dottrina e neppure sopraffatti
dalla tentazione improvvisa. Sono un grande sostegno per gli altri e
fanno da àncora nei momenti di difficoltà della chiesa. Tu che stai
compiendo i primi passi nella fede forse non osi sperare di diventare
come loro. Ma non temere, il Signore opererà in te come ha fatto in
loro. Un giorno, tu che spiritualmente sei ancora un bambino, scoprirai
d'essere divenuto un credente maturo. Devi credere nella tua crescita
spirituale, ma dovrai considerarla un dono della grazia divina e non la
ricompensa meritata delle tue opere o il risultato dei tuoi sforzi.
L'apostolo Paolo, ispirato dallo Spirito Santo, parla di queste persone
affermando che sono confermate sino alla fine. Egli sapeva per certo che
la grazia di Dio li avrebbe preservati fino al termine della loro vita
oppure fino al ritorno di Gesù. In effetti egli si aspettava che tutta
la chiesa di Dio in ogni luogo e tempo sarebbe stata preservata fino
alla fine della dispensazione della grazia fino a quando il Signore
Gesù, lo Sposo, sarebbe venuto a celebrare le nozze con la Sua sposa.
Tutti coloro che sono in Cristo saranno confermati in Lui fino a quel
giorno grandioso. Gesù non ha forse detto: "Poiché io vivo voi vivrete"?
e ancora: "Io do alle mie pecore la vita eterna e non periranno mai e
nessuno le rapirà dalla mia mano"? Colui che ha iniziato un'opera buona
in te la confermerà fino al giorno di Cristo. L'opera della grazia
divina nella vita del credente non consiste in una riforma superficiale;
la vita proviene da un seme incorruttibile, che vive e dimora in eterno;
le promesse di Dio fatte ai credenti non hanno carattere transitorio, ma
per il loro adempimento richiedono la perseveranza del credente fino al
suo ingresso nella gloria eterna. Veniamo preservati dalla potenza di
Dio attraverso la fede fino al pieno compimento del piano della
salvezza. "Il giusto vivrà per fede". Coloro che credono sono
"preservati in Cristo Gesù", non come risultato dei propri meriti o
delle proprie forze, ma come dono gratuito e immeritato. Gesù non
perderà nessuna pecora del Suo gregge; nessun membro del Suo corpo
morirà, nessuna gemma del Suo tesoro mancherà quando Egli tornerà a
prendere i Suoi gioielli. Caro lettore, la salvezza ricevuta per fede
non dura qualche mese o pochi anni, perché il nostro Signore ha
"ottenuto salvezza eterna per noi" e ciò che è eterno non può avere
fine.
Paolo esprime
fermamente la convinzione che i santi di Corinto sarebbero stati
"confermati sino alla fine irreprensibili". Questa irreprensibilità è un
aspetto prezioso dell'opera divina di protezione e salvaguardia. Essere
mantenuti santi è molto meglio che essere semplicemente tenuti al
sicuro. È terribile vedere persone religiose che dicono cose
disonorevoli una dietro l'altra; non hanno creduto nella capacità dello
Spirito Santo di renderle irreprensibili. La vita di alcuni che si
professano cristiani è contraddistinta da una successione ininterrotta
di cadute; non sono sempre per terra, ma raramente stanno in piedi in
modo saldo. Questo non si addice certo ad un credente; egli è invitato a
camminare con Dio e per fede può giungere ad una piena perseveranza
nella santità, anzi, deve riproporsi di farlo. Il Signore è in grado,
non solo di salvarci dalla perdizione eterna, ma anche di preservarci
dalle cadute. Non dobbiamo cedere alla tentazione. Non è scritto: "Il
peccato non vi signoreggerà più"? Il Signore è in grado di raffermare i
piedi dei Suoi santi e lo farà se noi ci affidiamo interamente a Lui.
Non dobbiamo contaminare le nostre vesti; per la Sua grazia possiamo
mantenerle pure e dobbiamo farlo, perché: "Senza la santificazione
nessuno vedrà il Signore" (cfr. Ebrei 12:14).
L'apostolo profetizzò per questi credenti ciò che sicuramente avrebbe
voluto che anche noi cercassimo essere cioè mantenuti: "Irreprensibili
fino al giorno del nostro Signore Gesù Cristo". Si potrebbe sostituire
il termine "irreprensibile" con la parola "inattaccabile". Dio ci
garantisca, in quel gran giorno di poter essere liberi da ogni accusa,
affinché nessuno al mondo osi mettere in forse la nostra appartenenza a
Dio. Potremo avere peccati e debolezze delle quali lamentarci, ma non
quel tipo di colpe che dimostrerebbero che siamo senza Cristo; saremo
liberi da ogni ipocrisia, inganno, odio e piacere nel peccato; queste sì
che sarebbero accuse fatali! Malgrado le nostre cadute, lo Spirito Santo
può produrre in noi un carattere immacolato davanti agli uomini; come il
profeta Daniele allora, saremo in grado di non fornire alcuna occasione
di calunnia a coloro che vorrebbero accusarci. Moltitudini di uomini e
donne di Dio hanno condotto una vita così cristallina e coerente che
nessuno ha potuto negare la loro integrità. Il Signore potrà dire di
molti credenti ciò che affermò di Giobbe allorché Satana si presentò
davanti a Lui: "Hai tu notato il mio servo Giobbe? Non ce n'è un altro
sulla terra che come lui sia integro, retto, tema Iddio e fugga il male"
(Giobbe 1:8)? Questa deve essere l'aspirazione del lettore, che guarda
al Signore per raggiungere tale meta. Questo è il trionfo dei santi:
continuare a seguire l'Agnello ovunque Egli vada, mantenendo la propria
integrità al cospetto dell'Iddio vivente. Non imbocchiamo vie perverse,
dando motivo all'avversario di biasimarci. Del vero credente è scritto:
"Egli bada a sé stesso, che il maligno non possa raggiungerlo". Che
tutto ciò possa essere vero anche per noi!
Se sei agli
inizi del cammino cristiano, sappi che il Signore ti può aiutare ad
avere un carattere irreprensibile. Anche se nella tua vita passata sei
sprofondato nel peccato egli ti può liberare completamente dal potere
delle vecchie abitudini, rendendoti un esempio di virtù. Egli può, non
soltanto renderti una persona dalla sana morale, ma fare in modo che tu
aborrisca ogni via falsa e segua tutto ciò che è santo. Non aver alcun
dubbio. Il più grande peccatore, per la grazia di Dio, può diventare il
più puro dei santi. Credi e tutto ciò si avvererà nella tua vita secondo
la misura della tua fede.
Sarà una grande
gioia essere trovati irreprensibili nel giorno del giudizio! Che
felicità avere una simile sicurezza quando il cielo e la terra
svaniranno davanti al Giudice di tutto l'universo! Questa felicità sarà
prerogativa di tutti coloro che guardano unicamente alla grazia di Dio
in Cristo Gesù e che in nome di quella santa potenza continuano a
combattere il peccato.
LA
PERSEVERANZA FINALE
È scritto: "Chi
avrà perseverato fino alla fine sarà salvato" (Matteo 10:22). Abbiamo
già visto come la speranza che riempiva il cuore di Paolo riguardo ai
credenti di Corinto, è di grande consolazione per quanti tremano al
pensiero del futuro. Ma perché l'apostolo era convinto che i fratelli di
Corinto sarebbero stati confermati fino alla fine? Paolo ne elenca i
motivi: "Fedele è Dio che vi ha chiamati alla comunione con il Figlio
suo Gesù Cristo Signore nostro" (1 Corinzi 1:9).
L'apostolo non dice "voi siete fedeli". La fedeltà di una persona è una
cosa ben poco affidabile, pura utopia. Egli non dice: "Avete dei
ministri fedeli che vi guidano e quindi sarete al sicuro". Oh no! Se ci
affidiamo nelle mani di uomini non potremo mai stare tranquilli. Paolo
afferma: "Fedele è Dio...". Se saremo trovati fedeli, sarà unicamente
perché Dio è fedele. L'intero peso della nostra salvezza deve riposare
sulla fedeltà del nostro Dio. Tutto dipende da questo glorioso attributo
morale del Signore. Noi siamo mutevoli come il vento, fragili come una
ragnatela, deboli come una fiammella notturna. Non possiamo fare
affidamento sulle nostre qualità naturali o sui nostri progressi
spirituali, ma Dio rimane fedele.
Egli è fedele
nel Suo amore: non conosce nessuna variazione, né è percepibile in Lui
alcun cambiamento.
Egli è fedele
al Suo proposito; non inizia mai un'opera per poi lasciarla incompiuta.
Egli è fedele
nei Suoi rapporti; da buon Padre non ripudierà i Suoi figli, da buon
Amico non rinnegherà i Suoi cari, da buon Creatore non abbandonerà
l'opera delle Sue mani.
Egli è fedele
alle Sue promesse e non permetterà che nessuna di essa cada a vuoto per
i credenti.
Egli è fedele
al patto che ha fatto con noi in Cristo Gesù, ratificandolo con il
sangue del Suo sacrificio.
Egli è fedele
al Suo Figliuolo e non permetterà che quel sangue prezioso sia stato
versato invano.
Egli è fedele
al Suo popolo al quale ha promesso vita eterna e dal quale non si
allontanerà.
La fedeltà di Dio è il fondamento e la pietra angolare della nostra
speranza, la garanzia divina per farci perseverare fino alla fine. I
santi proseguono nel cammino di santità perché Dio persevera nella
grazia. Egli continua a benedire, quindi i credenti sperimentano una
continua benedizione. Egli non manca di proteggere il Suo popolo ed essi
continuano ad osservare i Suoi comandamenti. La fedeltà di Dio
costituisce una base solida su cui appoggiarsi. Quindi è un favore
gratuito e un'infinita misericordia che risuona all'alba della salvezza
e la stessa dolce campana suona melodiosamente per tutto il giorno di
grazia.
Gli unici
motivi per sperare di essere confermati fino alla fine e trovati
irreprensibili, risiedono nel nostro Dio: in Lui questi motivi vengono
preziosamente suggellati.
Essi risiedono
innanzi tutto in ciò che Dio ha fatto. Egli si è spinto così in là nel
benedirci che non può tirarsi indietro. Paolo ci ricorda che Egli ci ha
chiamato alla comunione con Suo Figlio Gesù Cristo. Ci ha chiamato?
Allora questa chiamata non può essere annullata, perché "i doni e la
vocazione di Dio sono senza pentimento". Il Signore non ritira mai la
Sua efficace chiamata di grazia. "Quelli che ha chiamati li ha pure
giustificati e quelli che ha giustificati li ha pure glorificati".
Questa è una regola immutabile del piano divino verso i credenti. C'è
una chiamata comune, della quale viene detto: "Molti sono i chiamati, ma
pochi sono gli eletti"; ma quella che noi stiamo esaminando è un altro
tipo di chiamata che indica un amore speciale, prevede il possesso del
bene che ci viene offerto ed implica la volontà del credente a seguire
il Signore fino alla fine. In questo caso il chiamato è paragonato alla
progenie di Abramo del quale Dio dice: "...tu che ho preso dalle
estremità della terra, che ho chiamato dalle parti più remote d'essa e a
cui ho detto: Tu sei il mio servo; ti ho scelto e non ti ho reietto"
(Isaia 41:9).
In ciò che il
Signore ha fatto scorgiamo validi motivi per essere preservati fino alla
gloria futura, perché il Signore ci ha chiamati alla comunione del Suo
Figlio Gesù Cristo. Potremmo dire che ci ha chiamati ad "essere in
società" con Cristo e vorrei che tu considerassi attentamente ciò che
questo implica. Se sei stato chiamato dalla grazia divina, allora sei
entrato in comunione con il Signore Gesù Cristo, come comproprietario
con Lui di tutte le cose. Quindi sei uno con Lui agli occhi
dell'Altissimo. Il Signore Gesù portò i tuoi peccati sulla croce,
rendendosi maledizione per te; allo stesso tempo è divenuto la tua
giustizia, così sei giustificato in Lui. Sei di Cristo e Cristo è tuo.
Come il marito e la moglie sono uno, così Gesù è uno con tutti coloro
che sono uniti a Lui mediante la fede; uno per mezzo di un vincolo che
non può essere spezzato. Oltre a ciò, i credenti sono membra del corpo
di Cristo e quindi sono uniti a Lui in un legame vivo, amorevole e
duraturo. Dio ci ha chiamati a questa comunione e ciò ci dà la garanzia
di essere confermati fino alla fine. Se fossimo considerati separati da
Cristo saremmo solo dei poveri mortali, destinati a perire e a
dissolverci; ma essendo uno in Gesù, siamo partecipi della Sua natura,
della Sua vita immortale. Il nostro futuro è legato a quello del nostro
Signore e, poiché Egli non può essere distrutto, allo stesso modo noi
non periremo.
Se sei un
credente, sei uno con Gesù e quindi perfettamente al sicuro. Sarai
confermato fino alla fine, fino al giorno della Sua manifestazione, se
sei stato reso uno con Cristo mediante un'opera irrevocabile di Dio.
Cristo e il peccatore che crede in lui sono nella stessa barca; a meno
che Gesù non affondi, il credente non annegherà mai; a meno che il
credente non lasci l'imbarcazione, Cristo lo condurrà al porto
desiderato. Gesù ha realizzato un tale legame di comunione tra Sé ed i
credenti che Egli stesso dovrebbe essere distrutto, vinto e disonorato
prima che uno dei Suoi riscattati possa essere colpito. Egli è il Capo
della Chiesa e visto che non potrà mai essere disonorato, siamo al
sicuro dalla minaccia di fallimento della nostra esistenza.
Andiamo, quindi, con la massima fiducia incontro ad un futuro a noi
ignoto, ma a Dio ben conosciuto, legati per l'eternità a Gesù. Il nostro
Dio fedele è una sorgente perenne di delizia e la nostra comunione con
il Figlio di Dio è un fiume pieno di gioia. Conoscendo queste gloriose
realtà, non possiamo essere scoraggiati; piuttosto, diciamo con
l'apostolo: "Chi ci separerà dall'amore di Cristo?" (Romani 8:35).
C. H. Spurgeon
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